Esiste un luogo in Trentino dove le bizzarrie della temperatura lasciano semplicemente sbalorditi: in poche ore il termometro può segnare sbalzi di decine di gradi. In inverno la temperatura dell’aria può scendere addirittura fino a 50 gradi sottozero, il record italiano assoluto del freddo. Questo luogo si trova sul disabitato Altopiano delle Pale di S. Martino, un vasto deserto roccioso a 2600 metri di quota. Nella stagione invernale è sepolto da metri di neve. Ma “l’impazzimento” delle temperature in realtà non si deve a misteriosi fenomeni sovrannaturali ma alla particolare natura carsica del territorio, caratterizzato da molte e profonde doline dove si formano dei grandi “laghi” d’aria fredda. In queste depressioni del terreno, la temperatura si abbassa incredibilmente anche di oltre 30 gradi rispetto alla superficie esterna.
Nella “Busa Nord di Fradusta” a 2607 metri di quota, il 10 febbraio 2013 le strumentazioni hanno registrato la temperatura record di ben -49.6°. Si tratta della temperatura più bassa di sempre misurata in Italia e in Europa centrale a queste latitudini (qui il comunicato ufficiale di Meteotriveneto). Nello stesso giorno, sul fondo della vicina “Busa di Manna” (2544 m), un’altra grande depressione che vanta precedenti record del freddo, il termometro è sceso fino -49.0°C.
Da alcuni anni le misurazioni delle temperature nelle doline delle Pale di S. Martino, che inizialmente erano fatte da appassionati di meteorologia di Meteotriveneto, si sono tradotte in uno studio scientifico denominato “Progetto Doline e Siti Freddi” (vedi servizio andato in onda sulla Rai), al quale collaborano l’Associazione Meteo Triveneto, Arpa Veneto Centro Valanghe di Arabba, Meteotrentino, l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Cnr ed il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino. Lo scopo è quello di studiare il particolare microclima che si crea in questo particolarissimo territorio glacio-carsico. Il fenomeno del forte abbassamento delle temperature è particolarmente evidente nelle conformazioni a conca del terreno, dove con specifiche condizioni meteorologiche (notti serene e senza vento, con aria secca e neve al suolo) la temperatura può scendere a valori estremi, molto inferiori rispetto a quelli delle zone vicine e perfino delle montagne circostanti più alte. I principali motivi fisici di questo intenso raffreddamento sono gli stessi che causano le fredde notti invernali sul fondo delle valli: la perdita di calore del suolo ed il ristagno di aria fredda in basso.
Oltre alle temperature minime estreme, nelle doline in quota si riscontrano infatti altri aspetti particolari, come ad esempio fortissime inversioni termiche: scendendo nella depressione, la temperatura può diminuire fino ad 1° ogni metro di dislivello! Possono inoltre verificarsi improvvise e notevoli variazioni di temperatura, con aumenti fino a 20° in 15 minuti e ben 30° in un’ora se il vento irrompe nella depressione in una notte serena e calma. Anche le escursioni termiche giornaliere sono micidiali: l’8 marzo 2011, proprio nella Busa Nord di Fradusta, si passò da una temperatura minima di -40.7°alle ore 7, ad una massima di +4.7°C alle ore 13 : vale a dire un’escursione termica di 45.4° in sole 6 ore!
Le doline sono presidiate da stazioni meteorologiche automatiche, che registrano i dati in una memoria interna che viene poi “scaricata” dai ricercatori che salgono in quota a intervalli di tempo (vedi il video di Giampaolo Rizzonelli che spiega il fenomeno Frost Hollow). Il Progetto Doline e Siti Freddi non si limita a monitorare solamente l’Altopiano delle Pale di San Martino, ma si è gradualmente esteso a circa 80 siti, che vanno dal Trentino occidentale (comuni di Roncone e Lardaro) fino al Friuli Venezia Giulia (Gorizia e Trieste), a quote che partono dal livello del mare fino ai 2607 metri delle Pale di S. Martino.
Una considerazione a margine: pare piuttosto sorprendente che questa eccezionale attrazione naturalistica unica in Europa, non sia stata ancora adeguatamente valorizzata turisticamente, organizzando magari apposite visite guidate. L’Altopiano del celebre gruppo dolomitico delle Pale di S. Martino dove si trovano le doline è raggiungibile con relativa facilità: da S. Martino di Castrozza (TN), con l’impianto di risalita del Col Verde e quindi con la funivia della Rosetta si guadagna quota fino a 2654 metri. In circa 20 minuti, in leggera discesa, si raggiunge il Rifugio Rosetta / Pedrotti m 2581 (visibile a vista dall’arrivo della funivia), quindi in circa due ore di marcia, preferibilmente in ciaspole o sci, si arriva alle doline delle Buse di Manna o Fradusta. Prestare molta attenzione in caso di possibile nebbia: perdersi nei meandri e nei labirinti dell’Altopiano è tutt’altro che difficile! Qui una mappa Bing dell’Altopiano delle Pale di S. Martino e i principali punti GPS di interesse (rifugio, doline etc).