Molti mi hanno chiesto come ho fatto le esplorazioni fluviali sull’Avisio, in Val di Cembra (TN), dove in gran parte non esistono sentieri ufficiali e gli accessi sono pochi e difficili. Il fiume si è scavato nei millenni delle profonde forre nel porfido, i versanti sono assai ripidi ed il territorio è molto ostico: boscaglie fitte, boschi, sfasciumi, pareti di roccia verticali.
Esiste tuttavia, almeno in parte, l’antico reticolo di mulattiere e sentieri utilizzato dagli abitanti per raggiungere i terrazzamenti coltivati fino al secolo scorso. Il problema è che questa viabilità secondaria, spesso non è neppure riportata sulle carte. In molti casi non esiste più, cancellata da frane o inghiottita dalla vegetazione. Quindi come si fa?
Naturalmente ogni esplorazione è stata attentamente studiata a tavolino, utilizzando tutte le mappe disponibili e altre risorse che elenco qui sotto:
mappe cartacee
mappe online
siti e software
- Portale geografico del Trentino
si possono consultare numerose ortofoto, carta tecnica provinciale di varie annate, immagini lidar - Historicalkat – mappe austroungariche del 1850
- Google Earth – visualizzatore 3D di tutto il pianeta
- Mytrails app per visualizzare sullo smartphone le varie mappe, fare il punto posizione, registrare il percorso
hardware
- Logger GPS – per registrare la traccia
- smartphone con GPS + app Mytrails
Un grande aiuto è stato Google Earth, il software gratuito che permette di osservare il territorio in 3D, uno strumento portentoso per visualizzare il territorio di tutto il mondo da ogni angolazione, sovrapponendo anche mappe, ortofoto, tracce GPS. Abbiamo utilizzato anche le mappe austroungariche di metà ‘800 che la Provincia di Trento ha messo meritoriamente online, dalle quali si possono vedere le antiche strade e mulattiere dell’epoca.
Le immagini ottenute tramite la tecnologia “lidar” (Light Detection and Ranging) sono state molto utili. Detto in parole semplici, sono scansioni del territorio mediante un laser posto su un aereo: la morfologia del territorio viene ricavata misurando il tempo trascorso fra l’emissione dell’impulso e la ricezione del segnale riflesso.
Variando la frequenza delle onde radio, è possibile “vedere” il terreno anche attraverso la vegetazione: se esiste un’antica mulattiera nascosta nel bosco è dunque possibile vederne distintamente la traccia. Se non esiste, si può osservare comunque la morfologia del territorio nel dettaglio e trovare una via di discesa (o di salita) evitando i salti di roccia e le zone più impervie. Anche le immagini lidar sono disponibili sul portale GIS (Geographic Information System) della Provincia di Trento https://webgis.provincia.tn.it/wgt/.
Queste risorse tecnologiche sono disponibili per chiunque, immagini e mappe sono visualizzabili in un’unica app cartografica per smartphone come MyTrails. Combinando le varie viste tra mappe differenti, ortofoto, tracce GPX, immagini lidar, mappe d’epoca e GPS, è stato possibile muoversi sul territorio con una certa sicurezza.
In molti casi tuttavia la tecnologia non è sufficiente, bisogna quindi andare a vedere di persona sul posto, camminare fuori sentiero per boschi, pietraie, rovi e ortiche per cercare magari una vecchia mulattiera scomparsa.
Siamo rimasti sbalorditi nello scoprire chilometri di antichi terrazzamenti sepolti nella boscaglia, con muri a secco alti parecchi metri ancora perfettamente in piedi nonostante l’abbandono di almeno mezzo secolo.
La tecnologia moderna è un grande aiuto per esplorare territori ignoti: orientarsi solo con carta e bussola dentro a delle forre sarebbe stato molto problematico. Oggi, grazie ad un banale smartphone col gps e una app cartografica, si può fare il punto posizione in pochi secondi, con una precisione ragionevole e risparmiando un sacco di tempo ed energie. Con questo insieme di tecniche abbiamo esplorato oltre 500 chilometri lungo il fiume Avisio, tutti mappati col GPS. Credo sia una cosa mai fatta da nessuno in precedenza.