Non saremmo mai abbastanza grati a Google per averci regalato il meraviglioso software Google Earth, grazie al quale possiamo esplorare ogni angolo del pianeta. Nato nel lontano 2001, è un software che genera immagini virtuali della Terra utilizzando immagini satellitari ottenute dal telerilevamento terrestre, fotografie aeree e dati topografici memorizzati in una piattaforma GIS. Il programma è distribuito gratuitamente.
Negli anni è stato via via perfezionato, con molte zone del pianeta in alta risoluzione e altre addirittura in 3D. In anni più recenti Google ha lanciato Google Earth Studio, grazie al quale è possibile produrre delle magnifiche animazioni tridimensionali. Per chi non ha dimestichezza con le animazioni non è proprio facile da usare, in ogni caso si basa sul principio dei keyframe, ovvero dei punti chiave in cui sono memorizzati la posizione della camera virtuale rispetto al territorio, ovvero latitudine, longitudine e altitudine, inclusi i parametri dell’obiettivo coi suoi eventuali movimenti (pan, tilt, roll, zoom etc).
Si creano i keyframe lungo la timeline del video, ogni volta che si prevede un cambiamento: nelle animazioni più semplici, ad esempio una traslazione dal punto A al punto B, avremo solo due serie di keyframe, all’inizio e alla fine. Nelle animazioni più complesse dobbiamo aggiungere altri keyframe per i vari movimenti di camera, ad esempio una variazione dell’altitudine, un cambio di direzione, una rotazione della camera (panoramica) eccetera. Più keyframe avremo e più difficile sarà il controllo per ottenere animazioni fluide.
La bella notizia è che il programma è gratuito, e quindi ci si può sbizzarrire con le prove. Terminata l’animazione, scarichiamo tutte i frame sul pc che poi bisognerà assemblare, oppure (molto più comodo), inviamo il video direttamente sul cloud di Google, che eseguirà il render della animazione e nel giro di 5-10 minuti ci metterà a disposizione il video finito, pronto da scaricare.
I risultati che si possono ottenere sono impressionanti: se non ci si avvicina troppo agli edifici in 3D o al terreno, le viste sono quasi indistinguibili da una scena reale magari realizzata da un drone, un aereo o un elicottero. Quando si è capito il principio d’uso, non è troppo difficile realizzare animazioni semplici, mentre se si vogliono combinare movimenti di camera complessi bisogna sudare parecchio per ottenere movimenti fluidi senza sbandamenti, accelerazioni o rallentamenti. Ecco alcuni esempi che ho realizzato.