Anastasia Sperandio era una ragazza di 21 anni, originaria di Caorìa nel Vanoi. Come tanti giovani valligiani dell’epoca, stiamo parlando degli anni ’20, andava a fare lavori stagionali in Val di Fiemme o in Alto Adige per raggranellare qualche soldo, attraversando la Catena del Lagorai a piedi dalla Forcella Sadole, ad oltre 2000 metri di quota.
Dopo l’ennesima, lunga stagione di lavoro, venne novembre e il tempo di tornare a casa. Giunse a Ziano verso sera del sabato 12 novembre dell’anno 1927, col treno a vapore costruito dagli austriaci. Qui trovò accoglienza dalla famiglia Vanzetta per trascorrere la notte. Il mattino dopo, nonostante il forte maltempo e i consigli di desistere, la giovane si avviò per la lunga marcia verso Forcella Sadole sotto una pioggia battente. Quel giorno aveva appuntamento col fratello Antonio al passo, che le sarebbe venuto incontro: egli però non salì per via del tempo pessimo, convinto che la sorella avesse fatto altrettanto. Anatasia però aveva una gran voglia di tornare a casa e si era messa in cammino.
Poco sotto il valico fu sorpresa da una tempesta di neve. Cercò inutilmente un riparo ma, sfinita dal freddo e dalla fatica, si rannicchiò vicino a un grande masso, dove morì assiderata. Fu ritrovata qualche giorno dopo nei pressi del Maseròn, vicino al Pian delle Maddalene a quota 1800, semisepolta da una coltre di 60 centimetri di neve.
Quando la notizia arrivò in valle, giù nel Vanoi, i genitori si trovavano in montagna a badare agli animali e non poterono assistere al funerale della figlia. In Val Sadole ora si trova una piccola croce e una targa in memoria della “Cauriòta”: Anastasia Sperandio 1906 † 1927.
Ogni anno il Gruppo Alpini di Caorìa sale al Maseròn per celebrare una piccola commemorazione.